a cura di Luigi Settimi

La manifestazione del 22-23 Maggio, organizzata dall’associazione Culturale Bunker Soratte, è stata una splendida scoperta.
L’informazione, partita da Facebook e da molti altri siti (come DVAC), ha raccolto, nei 2 giorni di visita, centinaia di visitatori. Guidati dall’Arch. Gregory Paolucci siamo entrati nella storia e grazie ai racconti di vite vissute, raccolti da Gregory e dai suoi collaboratori ci siamo sentiti tutti orgogliosi di essere Italiani, chiaramente non per quello che ha rappresentato il Bunker nel periodo della sua costruzione ed in seguito nella seconda guerra mondiale,
ma per la tecnologia applicata nel progetto di questa struttura militare, per le soluzioni, che l’ingegno italiano ha saputo ideare nella realizzazione di quest’opera e successivamente, nel periodo della guerra fredda, nella modifica a Bunker Antiatomico; tutte soluzioni sempre all’avanguardia per l’epoca.
Camminare all’interno del Bunker Soratte è come aprire una porta ed entrare direttamente nel passato, tutto è rimasto fermo in attesa dei nostri occhi, che scrutano nel buio con l’aiuto delle torce fornite dall’associazione.
Sono proprio questi fasci di luce nel buio che illuminano le gallerie a rendere suggestivo tutto il percorso che dura oltre un ora, il rumore dei sassi sotto i piedi, la vista dei crolli e le relative macerie che il bombardamento alleato ha provocato sono muti testimoni di un momento terribile vissuto dagli occupanti del Bunker.
C’è ancora tanto da scoprire e c’è ancora tanto da vedere nel Bunker Soratte, ma una cosa è certa, il gigante è vivo grazie al lavoro e alla passione di Gregory e di tutti gli altri ragazzi.